A 80 anni dalla sua morte alcune riflessioni su quello che ci ha lasciato in eredità il “padre” della psicoanalisi:
Innanzitutto il concetto di inconscio che Freud considerava la sede di fantasie erotiche che la persona non poteva ammettere alla coscienza, con la conseguente tendenza a reprimerle anche in relazione ad un contesto culturale che agli inizi del 19° secolo era caratterizzato da una società borghese, fortemente repressiva e sessuofoba.
Sebbene questo concetto abbia perso molte delle proprietà che inizialmente gli vennero attribuite, in quanto il campo dell'inammissibile nella società attuale si è notevolmente ridotto, rimane in psicoterapia l'importanza di un inconscio da intendersi oggi come il luogo dove dimorano gli automatismi di pensiero e gli schemi di relazione, dei quali non abbiamo imparato a essere del tutto consapevoli, tanto da subirne un pesante condizionamento nella vita reale.
Altra eredità importante di Freud: il concetto per cui quello che accade al bambino nei primi anni di vita lo plasma per il resto dell’esistenza.
Se oggi noi psicoterapeuti siamo così attenti a raccogliere informazioni su episodi della prima infanzia e della fanciullezza dei nostri pazienti lo dobbiamo a Freud: è ormai ampiamente provato, infatti, che le esperienze traumatiche, la violenza, l' abuso, la trascuratezza estrema nella relazione di accudimento genitoriale, possono generare nella vita adulta importanti disagi psicologici sino alla comparsa di disturbi psichiatrici conclamati.
Un altro concetto che ereditiamo è quello relativo ai “meccanismi di difesa” che secondo Freud sono una sorta di scudo che la nostra mente sviluppa per proteggersi dal dolore psicologico e che tutt'ora rivestono una grande importanza nella psicoterapia soprattutto laddove determinino un effetto paradosso: questi meccanismi, in effetti, se da un lato riducono l’angoscia, dall'altro possono generare più sofferenza e maggiori difficoltà adattative. Oggi la psicoterapia focalizza molto il suo intervento sui meccanismi di difesa “maladattattivi”, all'interno di un percorso mirato a valorizzare i meccanismi difensivi più evolutivi e cercando nel contempo di ridurre quei meccanismi che in definitiva si oppongono ad un nostro reale cambiamento.
Infine, vorrei ricordare i concetti di transfert e controtransfert, sempre di grande importanza nella psicoterapia in quanto ciò che il paziente costruisce con il proprio terapeuta è spesso condizionato da schemi di relazione costruiti in precedenza con le figure di attaccamento primario: “…. Se mio padre mi considerava un fallito, anche il terapeuta adesso penserà questo di me ....”
Rispetto al controtransfert sarà compito, invece, dello stesso terapeuta comprendere e gestire le reazioni riflesse che possono riattivarsi all'interno della relazione terapeutica e che hanno a che fare con tutti quei fantasmi del passato che risiedono nelle sua mente e che l'incontro con un determinato paziente può rievocare in lui.
Insomma, una eredità importante quella che ci ha lasciato Freud, che merita tutt'ora di essere riconosciuta e ricordata, anche se molte cose, a partire dalla nostra società, sono nel frattempo cambiate e conseguentemente la stessa psicoanalisi è oggi profondamente diversa rispetto a quella che si praticava sino a qualche decennio fa.
Innanzitutto il concetto di inconscio che Freud considerava la sede di fantasie erotiche che la persona non poteva ammettere alla coscienza, con la conseguente tendenza a reprimerle anche in relazione ad un contesto culturale che agli inizi del 19° secolo era caratterizzato da una società borghese, fortemente repressiva e sessuofoba.
Sebbene questo concetto abbia perso molte delle proprietà che inizialmente gli vennero attribuite, in quanto il campo dell'inammissibile nella società attuale si è notevolmente ridotto, rimane in psicoterapia l'importanza di un inconscio da intendersi oggi come il luogo dove dimorano gli automatismi di pensiero e gli schemi di relazione, dei quali non abbiamo imparato a essere del tutto consapevoli, tanto da subirne un pesante condizionamento nella vita reale.
Altra eredità importante di Freud: il concetto per cui quello che accade al bambino nei primi anni di vita lo plasma per il resto dell’esistenza.
Se oggi noi psicoterapeuti siamo così attenti a raccogliere informazioni su episodi della prima infanzia e della fanciullezza dei nostri pazienti lo dobbiamo a Freud: è ormai ampiamente provato, infatti, che le esperienze traumatiche, la violenza, l' abuso, la trascuratezza estrema nella relazione di accudimento genitoriale, possono generare nella vita adulta importanti disagi psicologici sino alla comparsa di disturbi psichiatrici conclamati.
Un altro concetto che ereditiamo è quello relativo ai “meccanismi di difesa” che secondo Freud sono una sorta di scudo che la nostra mente sviluppa per proteggersi dal dolore psicologico e che tutt'ora rivestono una grande importanza nella psicoterapia soprattutto laddove determinino un effetto paradosso: questi meccanismi, in effetti, se da un lato riducono l’angoscia, dall'altro possono generare più sofferenza e maggiori difficoltà adattative. Oggi la psicoterapia focalizza molto il suo intervento sui meccanismi di difesa “maladattattivi”, all'interno di un percorso mirato a valorizzare i meccanismi difensivi più evolutivi e cercando nel contempo di ridurre quei meccanismi che in definitiva si oppongono ad un nostro reale cambiamento.
Infine, vorrei ricordare i concetti di transfert e controtransfert, sempre di grande importanza nella psicoterapia in quanto ciò che il paziente costruisce con il proprio terapeuta è spesso condizionato da schemi di relazione costruiti in precedenza con le figure di attaccamento primario: “…. Se mio padre mi considerava un fallito, anche il terapeuta adesso penserà questo di me ....”
Rispetto al controtransfert sarà compito, invece, dello stesso terapeuta comprendere e gestire le reazioni riflesse che possono riattivarsi all'interno della relazione terapeutica e che hanno a che fare con tutti quei fantasmi del passato che risiedono nelle sua mente e che l'incontro con un determinato paziente può rievocare in lui.
Insomma, una eredità importante quella che ci ha lasciato Freud, che merita tutt'ora di essere riconosciuta e ricordata, anche se molte cose, a partire dalla nostra società, sono nel frattempo cambiate e conseguentemente la stessa psicoanalisi è oggi profondamente diversa rispetto a quella che si praticava sino a qualche decennio fa.